È conveniente richiedere l’anticipo del TFR in busta paga?

Abbiamo già approfondito come si calcola il TFR, ovvero il trattamento di fine rapporto che spetta a chiunque abbia concluso un rapporto lavorativo subordinato per una chiusura di contratto, licenziamento, dimissioni o pensionamento.

Con la Legge di Stabilità 2015 è stata introdotta un’importante novità: dal 1° marzo 2015 e per un periodo di 3 anni è possibile di richiedere l’anticipo del TFR in busta paga senza dover aspettare la conclusione del rapporto di lavoro per pensionamento o motivi vari.

Si chiama Qu.I.R la ‘Quota maturanda del Trattamento di fine rapporto’. Può essere richiesta da ogni lavoratore dipendente del settore privato, in servizio da almeno sei mesi.
Sono esclusi dalla possibilità di richiedere il TFR in busta paga:

  • i lavoratori agricoli
  • i lavoratori domestici
  • i lavoratori di aziende sottoposte a procedure concorsuali (es. fallimento)
  • i lavoratori che prestino servizio presso unità produttive in cassa integrazione straordinaria o in deroga
  • i lavoratori che abbiano già usato la liquidazione come garanzia di finanziamenti.

L’idea di ricevere in busta paga una quota mensile del TFR e avere quindi mensilmente una liquidità maggiore è sembrata, di primo acchito, fantastica a molti.

Ma è davvero conveniente richiedere l’anticipo del TFR in busta paga?
Spenti gli entusiasmi iniziali, stando ai dati Confesercenti, richiedere l’anticipo del TFR non è più ritenuta conveniente dall’83% dei lavoratori italiani.
Ecco i principali dubbi che attanagliano i lavoratori a riguardo:
L’anticipo del TFR viene tassato e preso in considerazione per il calcolo del reddito?
Con l’anticipo del TFR si rischia di dover pagare più tasse?
Con l’anticipo del TFR si rischia di avere una pensione più bassa domani?
L’anticipo del TFR ha effetti su ISEE,  detrazioni, fondi pensione e bonus 80 euro?

Cerchiamo di fare chiarezza soprattutto perché una volta fatta questa scelta, sarà necessario aspettare fino a giugno 2018 per poter tornare indietro: la richiesta di anticipo del TFR  è irrevocabile.

I Pro e i Contro del TFR in busta paga. Scopri a chi conviene richiedere l’anticipo.

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A chi conviene richiedere l’anticipo del TFR?

È parere comune di consulenti ed esperti che la scelta può essere conveniente dal punto di vista fiscale solo per i redditi più bassi. Richiedendo l’anticipo del TFR in busta paga, questo subirà infatti una tassazione separata. Mettendo a confronto la tassazione ordinaria a cui viene di norma sottoposto il TFR con la tassazione separata, capiremo se è conveniente o meno riceverne l’anticipo.

Come spiegato passo per passo nel come calcolare il TFR netto, una parte importante del calcolo riguarda l’aliquota IRPEF da applicare in base alla nostra base imponibile.
Per i redditi fino ai 15.000 euro (primo scaglione) l’aliquota IRPEF è del 23%. Se si richiede l’anticipo in busta paga, il TFR verrà tassato con una tassazione separata sempre del 23%, percentuale uguale all’aliquota ordinaria.  Per chi non supera quindi un reddito di 15.000 euro, la tassazione sul TFR è la stessa, assolutamente neutra e non si perde nulla.

Per i redditi più alti, le cose cambiano e la richiesta di anticipo del TFR in busta paga diventa penalizzante per il lavoratore. Ecco una esplicativa tabella che riporta i dati della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.

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Rispondiamo ora alle ultime due domande sulla convenienza o meno del richiedere l’anticipo del TFR in busta paga:
l’anticipo del TFR ha effetti su ISEE,  detrazioni e bonus di 80 euro?

Il bonus di 80 euro
Il TFR in busta paga non incide sul reddito complessivo, che resta invariato. Quindi, anche se con la somma erogata a titolo di anticipazione del TFR raggiungete il minimo/massimo di reddito previsto per usufruire del bonus, non potrete usufruire (ne perdere) tale diritto.

Aumento del reddito imponibile ISEE
Dal 2015, per il calcolo del reddito imponibile ai fini ISEE vengono presi in considerazione tutti i redditi a tassazione separata che finora venivano esclusi. L’anticipo del TFR in busta paga comporterebbe quindi un aumento del reddito imponibile ISEE per i dipendenti. Come ben sappiamo, un imponibile più alto comporta minori detrazioni ed agevolazioni (asili nido, mense scolastiche, tasse universitarie e borse di studio).